STORIA DI SANT'AGATA

Sant'Agata de' Goti è un comune della Campania di 11.500 abitanti. Sorge in provincia di Benevento, nella Valle Caudina, alle falde del Monte Taburno ed al confine con la provincia di Caserta. Sant'Agata de' Goti è “bandiera arancione” del Touring Club Italiano dal 2005. Dal novembre del 2012 fa parte del circuito dei “ borghi più belli d'Italia”.

La cittadella storica si erge su una propaggine tufacea tra il Martorano e il Riello, due affluenti del fiume Isclero, che formano uno spettacolare incrocio di profondissimi valloni.  L'intera città si sviluppa alle falde del monte Taburno (1394 m), oltre il torrente Martorano. La pianta del centro storico è a semicerchio e misura 1 km in lunghezza, con diametro diretto da sud a nord. Tutt'intorno si estende l'intero territorio comunale, prevalentemente collinare. Sant'Agata si distende alle falde del monte Taburno delle cui sorgenti si alimenta l'acquedotto Carolino, architettato da Luigi Vanvitelli, che, prima di giungere alle fontane della Reggia di Caserta, attraversa tutto il territorio comunale.

Il toponimo Sant'Agata de' Goti, così come oggi noi lo conosciamo, si forma in due differenti periodi storici. Fu nel corso del VI secolo infatti che la città fu intitolata alla santa catanese. Si deve invece alla presenza in città della famiglia francese dei De Goth (la stessa di Papa Clemente V), alla quale Roberto d'Angiò concesse il feudo di Sant'Agata nel 1300, il "de' Goti". È infatti solo durante il XIV secolo che il toponimo, così come lo conosciamo oggi, compare per la prima volta in uno scritto ufficiale. Un'altra tesi, invece, attribuisce il "de' Goti" al passaggio dei Goti in questi territori nel corso del VI secolo.

La campagna produce prevalentemente olio, vino, frutta, ortaggi, cereali e legumi. Fra le specialità di frutta si coltiva la mela annurca, prodotto che nel 2006 ha ottenuto il marchio IGP (Indicazione geografica protetta). Il frutto, piccolo e schiacciato, si caratterizza per le proprietà organolettiche: polpa bianca compatta, acidula e profumata. Era già conosciuta e apprezzata nell'antichità romana, e citata da Gaio Plinio Secondo, noto come Plinio Il Vecchio, nel suo Naturalis Historia.

Di gran qualità è il vino prodotto a Sant'Agata de' Goti; famosi soprattutto la falanghina, che ha ricevuto la denominazione DOC con la dicitura “Sant'Agata dei Goti Falanghina”, e l'aglianico, etichetta DOC “Sant'Agata dei Goti Aglianico riserva”.